His Clancyness

His Clancyness










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È il primo vero e proprio tour di His Clancyness in Europa, ci sono nuove canzoni da suonare. Siamo Jonathan, Jacopo, Giulia ed Emanuela. Paul è a casa che tifa per noi.
Veniamo tutti da periodi strani, il tour capita nel momento migliore, dove l'unica cosa che conta è far viaggiare un po' la mente. Ogni sera, per quarantacinque minuti ti ritrovi nelle mani e nella testa tutte le cose in cui credi e nessuno te le può togliere. Sono lì, non te le porta via nessuno.
Ecco alcuni appunti sparsi. Le foto le trovate anche sul nostro photo diary.

10/01/2013 Groningen, Olanda - Festival Eurosonic
[Jonathan] - È la prima volta che ci godiamo il festival Eurosonic... in scioltezza. Di solito si arriva sempre a Groningen di corsa, dopo 1200 km di corsa, invece quest'anno saggiamente dopo la nostra prima data segreta a Bologna negli spazi di Sfera Cubica abbiamo deciso di concederci una giornata di viaggio e basta. Su consiglio di Giulia troviamo una "bazza" online, un Best Western ad Oberhausen, sull'autostrada, e alle dieci di sera è nostro. Due stanze, prima divisione ragazze/ragazzi, primo sonno di lusso. Risultato: a Groningen per il festival siamo delle molle, in anticipo su tutti gli schedule possibili. Noi suoneremo in pieno centro, al Kruithuis, una piccola sala teatrale con il pubblico sistemato su gradinate rialzate. Esploriamo la bellissima città ghiacciata. Hanno predisposto un Artist Village
che,
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più che d'Olanda, sa di Scandinavia, tutto in legno; stona soltanto il logo della Jack Daniel's. Lì, perfetto, arriva Tim di Splendour, il canadese di Oslo che segue gli affari di His Clancyness da un anno a questa parte. È una macchinetta. Ci introduce i finlandesi Siinai, band kraut che accompagna Moonface.
Il camerino è uno dei più belli mai avuti. Nella porta accanto ci sono gli Efterklang, attorno altre band, direi olandesi. Passiamo due ore in silenzio nel camerino, cosa abbastanza inusuale per noi. È la prima data all'estero, abbiamo suonato poche volte assieme, le canzoni sono nuove. Niente mi accende come suonare queste canzoni. E voglio godermi il momento.

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Sistemiamo le nostre cose in fretta sul palco, la nostra scenografia luci non sta sulla parete, ma troviamo il modo di avvolgere la Ludwig di Jacopo. C'è fretta, si parte, non capiamo niente. Per chi non conosce l'Eurosonic, dirò che i concerti sono strani. Sono quasi tutti addetti ai lavori, un po' freddi, un po' sul chivalà. La sala è piena, e noi facciamo il nostro senza rendercene bene conto. Su Summer Majestic tutti si alzano, vengono avanti, il direttore dell'Oya Festival esaltato fa letteralmente da guida alla gente che si porta sul perimetro del palco. È appena passata la mezzanotte, ho compiuto gli anni, il pubblico accenna un "Happy Birthday". Ora noi si fa What Fury Can't Say. Meglio di così? Un concerto che sembra freddo da dentro, è caldo da fuori. Direi che come prima data va bene.

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11/01/2013 Amsterdam - Die Nieuwe Anita

[Jacopo] - La colazione in albergo a Groningen è una guerra in cui non si fanno prigionieri, c'è ogni ben di dio possibile e immaginabile, e non ci risparmiamo.




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Dopo, c'è ancora il tempo di una doccia e un pisolino, e poi ci mettiamo in strada, con anche Tim che partirà da Amsterdam nel pomeriggio. La città sembra sempre un parco dei divertimenti, e girando per il quartiere a luci rosse e tra i coffee shop la sensazione è più di squallore che di trasgressione. Il De Nieuwe Anita è un localino subito fuori dal centro, in una zona tranquilla, molto carino, con lampade ovunque dai paralumi più diversi, carta da parati e librerie qui e là contro i muri. Prendendo un tè prima del soundcheck, sembra di essere a casa di un amico. Stasera ci sono anche i Mmoths, e mentre loro fanno il soundcheck noi mangiamo i nostri noodles pad thai che il promoter Phil (un gigante di due metri e venti che deve stare costantemente chinato nelle basse stanze del locale) ha ordinato per noi e che ci entusiasmano.

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Oggi è il compleanno di Jonathan, e allora abbiamo chiesto a Phil dove possiamo trovare una torta per fargli una sorpresa. La vado a comprare di nascosto al supermercato accanto, e la nascondiamo per tirarla fuori dopo il concerto. Quando suoniamo il locale è già sold out, e sono tutti lì davanti ansiosi di vederci. Quando succede così, sembra sempre che nulla potrebbe rovinare il concerto, e infatti suoniamo bene, carichi a mille, e coi sorrisi stampati in faccia. Dopo, al banchetto del merchandise, tiriamo fuori la torta, e il locale ci regala non una ma ben due bottiglie di champagne!! Jonathan è incredulo. Offriamo torta e champagne a tutti, siamo contentissimi.

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12/01/2013 Bruxelles - Madame Moustache
[Giulia] - Arriviamo a Bruxelles carichissimi. Come non esserlo dopo una data come quella di Amsterdam.
Parcheggiamo davanti al locale, il cielo minaccia neve, il freddo punge le punte dei piedi. Ci accoglie il fonico del posto per metà italiano.
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Il Madame Moustache è un club da paura, con un gran gusto e una piacevolissima cura del dettaglio.
Perchè non ci sono posti così da noi? Un caloroso mix tra burlesque, cabaret, tattoo circense e freakshow. Mi perdo a fare un po' di foto mentre gli altri cominciano ad allestirsi sul palco per il soundcheck. Mi siedo cinque minuti nella saletta fumatori così a riflettere nuovamente. Perchè non ci sono posti così da noi?
Il soundcheck è una bomba a mano. Mai sentito così bene su un palco, tutto suona come deve suonare. Gli strumenti ci rispondono. Sorrisoni tra di noi.
Si dorme sopra al locale: BAZZA. C'è l'appartamento del promoter/gestore che quella sera è fuori Bruxelles. Indubbiamente suo per la quantità di oggettini fighi sensatamente sparsi per la casa.
Si mangiano mozzarelle e pomodori e lasagna sfornata dal fonico mentre ci dice che l'Italia non gli piace proprio. Le sue osservazioni un po' mi fanno male.
Finalmente arriva il momento del live. Quando apriamo la porta del locale siamo increduli per la

Bruxelles

quantità di gente venuta a sentirci. Più di 150 ingressi ci dice compiaciuto il fonico passando,  mentre ci allunga le consumazioni.
Non appena attacchiamo con Gold Diggers mi sento come He-Man che impugna la spada del potere di Grayskull! Un limpido muro di suono.
Il pubblico attento non chiede altro di essere trasportato. E noi con loro, si vola decisamente via.
Noto una ragazza tra le prime file chiudere gli occhi e sorridere dondolando la testa.
Finito il concerto il Dj attacca con un'irresistibile selecta rock'n'roll 50/60! Sto già ballando e bevendo un sacco di Margarita.
Buonanotte Bruxelles.

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13/01/2013 e 14/01/2013 Parigi day off e Parigi ? Espace B
[Emanuela] - Arriviamo a Parigi con il buio, dopo un viaggio in mezzo alle campagne francesi accompagnato costantemente dalla neve. Veniamo accolti in una casa dalle luci soffuse, tappezzerie dai motivi antichi, piena di foto in bianco e nero di

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uomini baffuti con colbacco e ballerine di danza classica, mentre le finestre mostrano il fascio di luce proveniente dalla Tour Eiffel che volteggia nel cielo sereno e si nasconde tra i palazzi circostanti. Sembra di essere entrati sul set di un film.
Arriva il giorno del concerto. Immancabile pain au chocolat nella boulangerie di turno per colazione, giro veloce nel Marais, un'occhiata al Centre Pompidou, io e Giulia lasciamo il cuore in un paio di negozietti vintage, ed è già tempo di correre al locale.
Si suona all'Espace B. Dall'esterno potrebbe sembrare un semplice bistrot quasi fuori dal tempo, dove i vecchi del quartiere passano le loro giornate sorseggiando pastis, ma la porta in fondo apre ad un mondo completamente diverso e altrettanto affascinante: una sala scura, minimale, dal soffitto basso, e un palco dove le nostre "lucine di scena" non chiedono altro che essere appese.
walking%20lyon.jpg La gente comincia ad arrivare e ritroviamo alcuni cari amici; a farci compagnia durante la cena c'è Jamie Harley che tra le chiacchiere ci toglie anche qualche curiosità sul mitico Silencio di Lynch.
Arriva il momento di salire sul palco e fuori inizia a nevicare. Il quadro è perfetto, il concerto diventa man mano sempre più intenso e il pubblico, che ha deciso di venire a vederci in questo lunedì sera, è davvero lì, con noi. Siamo agli ultimi due pezzi, quando si sente qualcuno gridare "Pitagorà! PItagorà!". Quasi increduli ci guardiamo sorridendo, e, fuori programma, iniziamo a suonare la nostra versione del pezzo degli Altro. Au revoir, Paris!

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15/01/2013 Lyon - Kraspek Myzik
[Jonathan] - Dopo Parigi, qualsiasi data è difficile, per forza. Jacopo guida in mezzo alla neve, Neil Young funziona perfettamente e dopo cinque ore arriviamo a Lione. La città è strepitosa, un primo giro in furgone e ha già vinto l'ambito premio "città del tour". Il locale è un minuscolo bar, nella parte vecchia della città, quella lingua di terra tra il Rodano e la Saona, chiamata Pentes de la Croix-Rousse. Una sorte di Trieste senza il mare. Ok forse non rende. Le piccole strade sono piene di vita, lo sappiamo perchè giriamo un'ora per trovare parcheggio. Al locale ci accoglie un elfo, il personaggio misterioso del tour. Fa lui i suoni, anzi praticamente ce li facciamo noi. Prima di noi apre una ragazza australiana, Happy New Year.
È decisamente la data peggiore del tour come numero di persone, ma noi stiamo suonando meglio. concerto dopo concerto. È la serata giusta per annichilire tutti e fare una extended version di Fury da dieci-quindici minuti. Jacopo ed Emanuela sono un treno. Giulia un muro. Io mi ci ficco dentro. A

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fine data conosciamo un messicano ed un guatemalteco esaltati come non mai. Ci meritiamo il nostro alberghetto 2x2 Premiére Classe.
Però prima, rigorosamente in furgone attraversiamo impazziti almeno tre volte i due fiumi e saliamo fino alla Basilica di Notre-Dame de Fourvière. Grossa delusione: non c'è nessuna vista sulla città.


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16/01/2013 Torino - Astoria
[Jacopo] - Dopo esserci innamorati di Lione e dopo le bellissime date in Europa nessuno ha voglia di tornare in Italia, ma per me ovviamente il concerto di Torino ha un sapore speciale, visto che gioco in casa (nel vero senso della parola: abito a 50 metri

dal locale!), e anche gli altri dicono che di tutte le
frejus.jpgcittà italiane, per qualche motivo Torino ha quel non so che di straniero che la rende unica.
Attraversiamo le Alpi 
con una giornata magnifica e la luce del sole riverbera sulla neve tutto intorno a noi, rendendo la traversata surreale, quasi magica.
Arriviamo a Torino presto, ed è una splendida giornata anche qui. Dell'Astoria apprezziamo la fantasia dei baristi, che di cocktail buoni in giro se ne vedono sempre troppo pochi. Jonathan scopre la Birra Messicana (Birra, Lime e Tequila, con ghiaccio), ed è amore a prima vista. Finito il soundcheck mangiamo nel locale e iniziano ad arrivare le prime facce conosciute. Quando è il momento di suonare all'inizio sembra una serata fredda, ma poi la stanza si riempie, la gente si avvicina, e l'atmosfera si scalda. Alla fine sarà un bel concerto, che per me ha quel che di strano che ha suonare davanti agli amici e alla gente che conosci. Per di più in un posto come l'Astoria dove vado così spesso.
17/01/2013 Thiene (VI) - Disorder at Cappello Pub
[Jonathan] La giornata per me e Jacopo inizia gironzolando per il suo quartiere durante la notte. San Salvario ha un gran fascino. È bello svegliarsi in una casa "nostra". Pranzo perfetto da Samambaia con anche le girls e ci mettiamo in strada verso Vicenza.
È un viaggio silenzioso, c'è una certa malinconia nell'aria e mi pare di capire che tutti e quattro facciamo parte di quella categoria di persone che quando sta per finire una cosa, inizia ad assaggiare l'amarezza molte ore prima, quasi rovinandosi gli ultimi momenti. Invece bisognerebbe fregarsene e viversela al 100% fino all'ultimo. Come la domenica sera prima del lunedì di scuola. Non pensarci, non pensarci.

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Non sappiamo cosa aspettarci da un giovedì in un pub a Thiene, invece i ragazzi sono "sul pezzo". Una serata che inizialmente doveva essere acustica, diventa elettrica, super loud. Ci sono i Panda Kid, che hanno un volume devastante e anche noi ci tranquillizziamo. Possiamo fare il nostro show stasera. Durante Machines guardo gli altri tre e dentro sorrido tantissimo.
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Vorrei durasse trenta minuti e che la drum machine non si fermasse mai. Facciamo spegnere la tv montata dietro di noi, non abbiamo voglia di vedere italiauno. La gente sta tutto attorno e mi sembra presa bene. Un applauso ai ragazzi che di giovedì portano 200 e passa persone in un locale per seguire musica dal vivo. L'immagine alla fine del concerto è emblematica: in quattro siamo seduti accanto alla batteria, su una panchina di legno, facce stanche, facce felici. Facciamo in tempo a scambiare un po' di chiacchiere con alcune persone gentilissime, carichiamo e ci rimettiamo in viaggio verso casa, Bologna.
Per restare svegli, scatta il djset youtube con pezzoni rap classici.
In fondo io vorrei solo parcheggiarmi dieci minuti e poi ripartire.

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